Cos’è e a cosa serve il talento?

Questa domanda può sembrare banale così come può sembrare ovvia la risposta.
Generalmente si riconosce come talento una particolare abilità in ambito artistico. Infatti, è più probabile riconoscere il talento in un pittore, in un musicista, in un poeta, in un attore o in un ballerino di musica classica. Sicuramente si riconosce il talento anche in chi si occupa di découpage o suona semplicemente ad orecchio o chi sa ricamare, anche se questi vengono riconosciuti come talenti di livello inferiore. Si vorrà mica confrontare il talento di Beethoven con il vicino di casa che suona da mattina a sera ad orecchio?
Non esiste un talento di primo ordine o uno di secondo o di terzo ma esiste Il talento.
La differenza la fa l’individuo, ossia quando riconosce questo talento e lascia se stesso esprimerlo in tutta la sua totalità. Chissà quanti altri Beethoven o Michelangelo ci sono al mondo?
A volte ci sono delle persone di grande talento che per motivi vari, probabilmente riconducibili al loro karma, non hanno raggiunto una certa notorietà. Ma il talento è sempre talento. E qui può sfuggire la cosa più importante del talento: esso è solo uno strumento che l’individuo si porta appresso nel momento in cui nasce.
Il talento è ciò che ci serve per crescere, per comprendere, per raggiungere la nostra consapevolezza e poi, con lo stesso talento, poter aiutare gli altri a raggiungere la consapevolezza dell’Unione di corpo mente e Spirito, ciò che gli consente di ricordare la connessione al Divino. Raggiunta questa condizione, dovrà prendere coscienza di quella Vibrazione che è Una, quella che io chiamo La Vibrazione. Sì, La Vibrazione con l’articolo determinativo “LA”, perché è Una, Unica e Precisa. Indipendentemente dal talento, la persona è in grado di arrivare a percepire con tutto il suo essere, La vibrazione ed essere poi consapevole che, con le proprie creazioni, può far vibrare le persone in quella Unica Vibrazione.
Questa mia affermazione importante deve essere di utilità per tutti. Per me è stata un’acquisizione di consapevolezza negli anni, quando cominciai a rendermi conto che un certo tipo di ispirazione produceva delle musiche e poi dei suoni che sollecitavano in chi ascoltava lo stesso tipo di vibrazione.
Ben venga il talento qualunque esso sia ma ribadisco un concetto importante che deve essere assolutamente più che chiaro. Il talento serve prima di tutto a chi lo possiede per raggiungere la propria consapevolezza. Diversamente, attraverso il talento, si possono generare e offrire delle creazioni che potrebbero contenere delle Vibrazioni non esattamente elevate.
La storia dell’arte e della musica ci insegna proprio questo, le opere delle varie epoche artistiche, hanno trattenuto la vibrazione del tempo nel quale sono state originate. L’opera d’arte è più di qualcosa da vedere e da sentire per il piacere dell’anima. La vera arte produce sempre creazioni che passano un messaggio atto a sollecitare la coscienza e dunque a stimolare chi si avvicina ad essa, la curiosità ad addentrarsi in un cammino di consapevolezza.
La Creazione di Michelangelo: ricordo ancora pur essendo trascorsi 30 anni, la commozione che pervase il mio cuore, tutto il mio essere, alla sola vista di quell’affresco nella Cappella Sistina a Roma. Solo nella vibrazione del divino l’artista può riuscire a trasformare nella concretezza materiale di un disegno, il concetto quasi irraggiungibile della scintilla Divina che genera la vita.
La stessa commozione perdurò per ben due ore quando all’auditorium Rai di Torino, andai a sentire la Passione secondo San Matteo di Johann Sebastian Bach. Momenti indimenticabili e indicibili che lasciano una traccia indelebile nella coscienza. Tracce che non sono solo ricordi, ma piccoli risvegli interiori che attivano un’accelerazione di crescita più o meno consapevole. A chi sta leggendo e sta pensando di non avere alcun talento, dico di proseguire nella lettura.
Ci sono persone che hanno talento quando sorridono, hanno un talento nel saper dire sempre una parola buona a chi cerca conforto. Persone il cui talento è una dolcezza che esprimono in maniera naturale e per questo sono molto amate e ricercate. Il talento è nel saper curare i dettagli in qualsiasi cosa si possa fare.
La sensibilità è un talento, in quelle persone che si preoccupano di non ferire gli altri. È un talento quello di considerare come nostro prossimo anche il mondo animale, le piante, il mondo minerale, il pianeta stesso. È un talento sapere quando e come parlare o se è meglio tacere. Ci sono tanti tipi di talenti ma nessuno è inferiore all’altro.
Il talento è un dono e non deve essere sprecato, diversamente sarà stato inutile esserselo portato appresso dall’altra dimensione. E in ultimo aggiungo che il talento non serve per avere successo, per giungere la notorietà, perché l’unico grande successo verso il quale il talento ti può guidare, è il vero riconoscimento di te stesso.
Questo è quello per cui ti serve il talento: arrivare a comprendere chi veramente Sei, giungere dunque all’IO SONO.